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La Selezione del Gatto Norvegese: tra estetica e coerenza evolutiva

  • Immagine del redattore: Karin Pedrona
    Karin Pedrona
  • 25 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Ragionavo tra me e me.....:


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..... negli ultimi anni, all'interno del panorama dell'allevamento del Gatto Norvegese delle Foreste, si è diffusa una tendenza selettiva che privilegia orecchie sempre più grandi, dal padiglione molto aperto e ben piazzate sul cranio che è diventato stretto e lungo..... Questo fenotipo viene spesso premiato nelle esposizioni feline, poiché risulta visivamente accattivante e conforme a una certa "modernità" estetica. Tuttavia, come allevatrice e osservatrice attenta della natura di questa razza, sento il bisogno di sollevare una riflessione critica.

Il Gatto Norvegese è il risultato di un'evoluzione millenaria in ambienti freddi e inospitali, dove solo gli individui più adatti sono sopravvissuti. Il suo mantello impermeabile e la folta gorgiera sono frutto di un adattamento funzionale al gelo scandinavo, non di un capriccio estetico. In questo contesto, pensare che un animale selezionato per vivere in condizioni climatiche estreme possa presentare grandi superfici corporee esposte — come orecchie troppo ampie — va contro ogni logica evolutiva.

Le estremità, come orecchie, coda e zampe, sono le prime a risentire del freddo: i tessuti periferici sono più suscettibili al congelamento e alla dispersione del calore. È il motivo per cui molte specie artiche presentano estremità ridotte o protette, in linea con la regola di Allen in biogeografia. Perché, allora, cercare di trasformare un gatto nordico in qualcosa che poco ha a che vedere con l'efficienza morfologica per cui è stato "plasmato" dalla selezione naturale?

La bellezza del Gatto Norvegese risiede nella sua coerenza con l’ambiente da cui proviene. Ogni caratteristica ha un senso: le orecchie di medie dimensioni, ben fornite di ciuffi e protette da pelo interno, non sono solo un dettaglio estetico, ma un presidio contro il freddo. Stravolgerle per seguire un ideale soggettivo di “linea” rischia di allontanare la razza dal suo significato più profondo.

Come allevatori, abbiamo una grande responsabilità: custodire l'equilibrio tra forma e funzione, tra tipicità e benessere. La selezione non dovrebbe mai tradire la natura del soggetto che intendiamo valorizzare.

Scegliere la bellezza della coerenza evolutiva, anziché quella artificiale della moda, è un atto d'amore verso la razza. Il Gatto Norvegese non ha bisogno di diventare qualcos'altro per essere straordinario. Lo è già, nella sua autenticità selvaggia. ( per chi non alleva: i gattini hanno naturalmente orecchie più grandi , perchè la crescita non è proporzionale con il resto del corpo)

 
 
 

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